giovedì 27 agosto 2009

Roberto Cacciapaglia

Tra i miei musicisti preferiti Roberto Cacciapaglia è un personaggio di spicco della scena musicale italiana, un punto di riferimento sia in Italia che all'estero nella ricerca musicale tra classicità e sperimentazione eletronica.
Egli ha, infatti, collaborato anche con il CNR di Pisa nello studio dell'utilizzo del computer in campo musicale.
Da anni conduce una ricerca sui poteri del suono, la sua musica si basa sulle emozioni, più che su regole precise.
Il musicista milanese ha lavorato anche per la RAI e le sue bellissime musiche sono note anche per essere spesso utilizzate, come colonna sonora di alcuni spot pubblicitari.
Nei video che seguono, ci sono le sue opere, che io ritengo tra le più belle.














lunedì 24 agosto 2009

Xocolatl - Il cibo degli dei

E' la passione di tutti, è raro che ci sia qualcuno, che non lo ami, ma conosciamo tutto su di lui?
Ci allieta le papille gustative e la mente, ma qual è il suo cammino, prima di arrivare ai nostri pancini soddisfatti?

" Cibo degli dei " così lo chiamavano gli indios, per i quali aveva una grande valore, tanto da usarlo come moneta.
Essi ne masticavano i semi, perchè fortemente energetici, prima di affrontare un viaggio o una battaglia.
Il cacao veniva usato come sacrificio nelle cerimonie di tipo mistico-religioso, sottoforma di bevanda unita con incenso ed a volte perfino con il sangue dei sacerdoti.
Nella vita quotidiana si usava berlo in vari modi: uno dei più comuni era aromatizzato con vaniglia, peperoncino e pepe.
Cristoforo Colombo ed i Conquistadores non ne capirono il valore e quando ai primi del Cinquecento giunse in Europa , non ebbe successo.
Cominciò ad essere apprezzato, quando qualcuno pensò di unirlo allo zucchero.
Suscitò in seguito grandi passioni, ispirò artisti e letterati: Goethe prima di partire per i suoi viaggi ne faceva scorta e Honorè de Balzac, avendone comprese le qualità stimolanti le attività cerebrali, lo usava per favorire la sua creatività.
Alcuni attribuendogli proprietà afrodisiache , come Madame de Bury, la favorita di re Luigi XV, ne consumava prima di ogni convegno amoroso.
Del resto alcune teorie ritengono che il termine azteco "xocolatl" derivi proprio dal fatto che era considerato energetico ed afrodisiaco.
Aveva anche acerrimi detrattori come la colta Madame de Sevignè, che lo definiva "nero come il diavolo" e nel suo famoso carteggio con la figlia, riteneva che l'abuso da parte di una sua amica, le avrebbe fatto partorire un bambino morto.
Per molto tempo il suo alto costo ne faceva appannaggio solo delle classi nobili.

La pianta del cacao ha origini antichissime, si presume fosse presente 6000 anni fà nel Rio delle Amazzoni e nell' Orinoco.
I primi che cominciarono a coltivarlo furono i Maya 1000 anni fà, seguiti poi dagli Aztechi.
Una delle leggende più suggestive sulla sua origine era azteca e narrava di una principessa, lasciata dal suo sposo, in partenza per la guerra, a guardia di un favoloso tesoro. Quando arrivarono i nemici, ella si rifiutò di rivelare il nascondiglio e per questo fu uccisa. Dal suo sangue nacque la pianta del cacao, i cui semi sono amari come la sofferenza, ma allo stesso tempo eccitanti come le virtù di lei.

Anche Linneo nella sua denominazione botanica lo chiamò cibo degli dei "Theobroma cacao"... "perchè dispensatore di una sostanza veramente divina".
Appartiene alla famiglia delle STERCULIACEE e vegeta nelle zone tropicali umide ed all'ombra di altre piante più grandi. Può raggiungere i 15-20 metri d'altezza, ma nelle piantagioni non supera gli 8 metri.



Le coltivazioni più estese si trovano in Brasile, Ghana e Costa d'Avorio.
Nella fase giovanile è usata anche come pianta ornamentale per le sue foglie oblunghe, appuntite, coriacee, ondulate lungo il margine e di colore rame. Comincia a fiorire a due - tre anni dalla semina ed ha fiori bianchi, gialli, rosati che crescono a gruppetti direttamente sul tronco e sui rami più grossi ed è detta perciò CAULIFLORIA.








Dopo altri due anni si sviluppano i frutti che sono grossi involucri ovoidali, prima verdi poi bruni, lunghi 15-20 cm, si chiamano CABOSSE e ci vuole il machete per poterli aprire e prendere i semi, che sono 30-40 e avvolti in una sostanza mucillaginosa.



Ha diverse cultivar: la più pregiata è il CRIOLLO, ma anche la meno coltivata solo il 3%, la più diffusa (80%) è la FORASTERO, il resto è per la maggior parte un ibrido dei due il TRINITARIO.

Dopo aver estratto i semi dai frutti si fanno fermentare per ridurne il sapore amaro e favorire lo sviluppo dell'aroma di testa. Successivamente vengono essiccati al sole. Viene poi la torrefazione, che toglie umidità e libera alcuni componenti aromatici; la frantumazione dei semi, che elimina la buccia ed infine la macinazione. Si forma così una pasta liquida, il cosidetto "liquore di cacao", che viene poi raffinata per ridurre la granulosità. La pasta viene messa in conche, dove viene agitata per un tempo, che va dalle 12 alle 72 ore. Questa fase viene chiamata concaggio ed elimina ogni traccia di acidità. Segue il temperaggio, ossia un processo di riscaldamento e raffreddamento subitaneo, che provoca la cristallizzazione del burro di cacao in cioccolato liquido, che a questo punto può essere mescolato agli ingredienti desiderati e modellato a piacere.
Partendo dall'ingrediente base, la pasta di cacao, vengono aggiunti: per il cioccolato fondente burro di cacao, zucchero e vaniglia; per quello al latte gli stessi ingredienti con l'aggiunta di latte o latte in polvere; per quello bianco non si mette la pasta di cacao, ma solo burro di cacao, zucchero, vaniglia, latte o latte in polvere.

Tanto ci sarebbe ancora da dire, ma mi sono già dilungata troppo per la sede.
Per chi avrà la pazienza di leggere, spero di avergli fatto cosa gradita, facendogli conoscere qualcosa in più su quella deliziosa ed invitante tavoletta, che bell'e fatta, mette sotto i denti.



Un caloroso saluto ed un sorriso per coloro, che si troveranno a passare!

lunedì 17 agosto 2009

Josephine Wall

Le sue opere sono molto conosciute, perchè spesso usate come immagini, che accompagnano i commenti nelle reti sociali come Myspace, ma sono anche usate per montare video, ad esempio, su Youtube.
Esse sembrano racchiudere le luci ed i colori dell'arcobaleno e raffigurano un mondo fantastico.
I colori, la luce, il fantasy sono cose, che hanno attratto la sessantaduenne artista inglese fin da bambina.

Seguono alcuni video che ci presentano alcune delle sue fantasiose e variopinte opere.
Sono davvero uno spettacolo per gli occhi!
















sabato 15 agosto 2009

Preghiera

Desidero ed oso chiedervi per me, O Celesti, un dono meraviglioso: la capacità di far stare bene le persone con le mie parole!

venerdì 14 agosto 2009

Rustico Napoletano
















Non stiamo parlando di un particolare tipo di abitazione, ma di una tipica ricetta napoletana dal gusto dolce e salato.

Qualche tempo fà non amavo mischiare alimenti dolci e salati, ma col tempo ho imparato ad apprezzare anche questi accostamenti particolari; deliziosi, quando messi insieme in maniera sapiente.

Si può cuocerlo come una torta o, come si fa in pasticceria, si possono usare piccoli stampi per farne dei golosi pasticcini. Devo dire che in quest'ultimo modo, si apprezzano ancora di più i sapori.




Foto gentilmente concessa dall'autrice Tinuccia: http://mollicadipane.blogspot.com/




Ecco la ricetta:


RUSTICO NAPOLETANO


INGREDIENTI PER L'IMPASTO

500 kg di farina;
250 g di burro;
200 g di zucchero;
2 o 3 uova (alcuni usano acqua, per un chilo di farina 200g);
una bustina di Vanillina;
una bustina di Pane degli Angeli, sciolta in un po' di latte
(alcuni non mettono il lievito);
un pizzico di sale.


RIPIENO

400 Kg di ricotta(preferibile quella di pecora sarda o romana);
150 g di zucchero(alcuni non lo mettono nel ripieno);
100 g di salame napoletano;
100 g di prosciutto cotto;
50 g di pancetta arrotolata;
200 g di formaggio dolce;
6 uova più 1 tuorlo per spennellare;
un pizzico di sale fino e pepe.

PROCEDIMENTO

Preparare la pasta frolla e metterla per almeno mezz’ora in frigo a riposare. Nel frattempo lavorare la ricotta, tagliare a dadini gli affettati ed il formaggio. Battere le uova, salare, pepare, grattugiare il parmigiano. Unire tutti gli ingredienti. Prendere la pasta dal frigo, stenderla con il matterello e rivestire una teglia imburrata di 30 cm di diametro. Versare il composto livellandolo. Coprire con un altro disco di pasta comprimendo il bordo con le dita. Battere un tuorlo e un cucchiaio di acqua con la forchetta e spennellarlo sul rustico. Infornare per un’ora a 180° (per i pasticcini 20'), finchè l’impasto non si dora.

Si possono riscontrare tra un cuoco e l'altro varianti, come usare strutto al posto del burro nella pasta frolla o aggiungere a questa un cucchiaino di miele o scorza di limone.

Una ricetta alquanto calorica, ma ogni tanto si può fare qualche strappo alla regola. Tutto si può mangiare, ma con misura.

Buon appetito! :-)


(Origine foto: http://girafrittata.wordpress.com/2009/03/10/rustico-napoletano-o-rustico/)

giovedì 13 agosto 2009

Il metro di misura della vita

Da ragazzina mi chiedevo, quale dovesse essere il mio punto di riferimento, la guida di ogni azione nella vita, che mi desse la sicurezza di agire nella maniera più giusta possibile.
La risposta venne immediata, spontanea, naturale: il metro di misura della vita deve essere l'AMORE.

Nora...la gatta pianista

Straordinaria oltre che dolcissima!
I nostri piccoli amici spesso sanno farci stupire.
Io ho ne ho avuti numerosi nella mia vita e molti di loro dimostravano un grande "interesse" per la musica.
Ad esempio avevo un gatto, che assumeva un'espressione estasiata, quando ascoltava la voce di una donna che arrivava a note acute ed allo stesso tempo dolci.
Un altro che rispondeva con miagolii acuti, come se cantasse.
Come si fa a fare del male ad esseri così meravigliosi!
Di seguito vi posto il link dell' ANSA, dove si parla della piccola "artista" e subito dopo il video in cui la vediamo all'opera:
http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/inbreve/visualizza_new.html_1644305868.html


Buon ascolto! ;-)