venerdì 29 giugno 2012

PERCHE’ LE DONNE VANNO SEMPRE IN 2 AL BAGNO???

                                (Origine foto)



Questo è un post scritto tempo fa ai tempi d'oro di Myspace nel blog della simpaticissima ed ironica pagina www.myspace.com/passerasolitaria.

Eh si....è proprio così! ;-)



"Il grande segreto di tutte le donne rispetto ai bagni è che da bambina..: tua mamma ti portava in bagno, puliva la tavolozza, ne ricopriva il perimetro con la carta igienica e poi ti spiegava: "MAI, MAI appoggiarsi sul gabinetto!" e poi ti mostrava "la posizione" che consiste nel
bilanciarsi sulla tazza facendo come per sedersi ma senza che il corpo venga
a contatto con la tavolozza.
"La posizione" è una delle prime lezioni di vita di una bambina,
importantissima e necessaria, deve accompagnarci per il resto della vita. Ma
ancora oggi, da adulte, "la posizione" è terribilmente difficile da
mantenere quando hai la vescica che sta per esplodere.
Quando "devi andare" in un bagno pubblico, ti ritrovi con una coda di
donne che ti fa pensare che dentro ci sia Brad Pitt. Allora ti metti
buona ad aspettare, sorridendo amabilmente alle altre che aspettano anche
loro con le gambe e le braccia incrociate. è la posizione ufficiale di
"me la sto facendo addosso". Finalmente tocca a te, ma arriva sempre la
mamma con "la bambina piccola che non può più trattenersi" e ne
approfittano per passare avanti tutte e due!
A quel punto controlli sotto le porte per vedere se ci sono gambe. Sono
tutti occupati. Finalmente se ne apre uno e ti butti addosso alla
persona che esce. Entri e ti accorgi che non c'è la chiave (non c'è mai);
non importa... Appendi la borsa a un gancio sulla porta, e se non c'è
(non c'è mai), ispezioni la zona, il pavimento è pieno di liquidi non ben
definiti e non osi poggiarla là, per cui te la appendi al collo ed è
pesantissima, piena com'è di cose che ci hai messo dentro, la maggior
parte delle quali non usi ma le tieni perchè non si sa mai. Tornando alla
porta... dato che non c'è la chiave, devi tenerla con una mano, mentre
con l'altra ti abbassi i pantaloni (che prima hai arrotolato per evitare che l'orlo possa avere un qualsiasi contatto con il liquido non identificato sparso ovunque) e assumi "la posizione"...
AAhhhhhh... finalmente...
A questo punto cominciano a tremarti le gambe... perchè sei sospesa in
aria, con le ginocchia piegate, i pantaloni abbassati che ti bloccano
la circolazione, il braccio teso che fa forza contro la porta e una
borsa di 5 chili appesa al collo. Vorresti sederti, ma non hai avuto il
tempo di pulire la tazza nè di coprirla con la carta, dentro di te pensi
che non succederebbe nulla ma la voce di tua madre ti risuona in testa:
"Non sederti mai su un gabinetto pubblico!", così rimani nella
"posizione", ma per un errore di calcolo un piccolo zampillo ti schizza sulle
calze!!! Sei fortunata se non ti bagni le scarpe. Mantenere "la
posizione" richiede grande concentrazione. Per allontanare dalla mente questa
disgrazia, cerchi il rotolo di carta igienica maaa, cavolo...!
Non ce n'è...! (mai).
Allora preghi il cielo che tra quei 5 chili di cianfrusaglie che hai in
borsa ci sia un misero kleenex, ma per cercarlo devi lasciare andare
la porta, ci pensi su un attimo, ma non hai scelta.
E non appena lasci la porta, qualcuno la spinge e devi frenarla con un
movimento brusco, altrimenti tutti ti vedranno semiseduta in aria con i
pantaloni abbassati. NO!! Allora urli: "O-CCU-PA-TOOO!!!", continuando
a spingere la porta con la mano libera, e a quel punto dai per
scontato che tutte quelle che aspettano fuori abbiano sentito e adesso puoi
lasciare la porta senza paura, nessuno oserà aprirla di nuovo (in questo
noi donne ci rispettiamo molto) e ti rimetti a cercare il kleenex,
vorresti usarne un paio ma sai quanto possono tornare utili in casi come
questi e ti accontenti di uno, non si sa mai.
In questo preciso momento si spegne la luce automatica, ma in un
cubicolo così minuscolo non sarà tanto difficile trovare l'interruttore!
Riaccendi la luce con la mano del kleenex, perchè l'altra sostiene i
pantaloni, conti i secondi che ti restano per uscire di là, sudando perchè
hai su il cappotto che non avevi dove appendere e perchè in questi posti
fa sempre un caldo terribile. Senza contare il bernoccolo causato dal
colpo di porta, il dolore al collo per la borsa, il sudore che ti scorre
sulla fronte, lo schizzo sulle calze... il ricordo di tua mamma che
sarebbe vergognatissima se ti vedesse così; perchè il suo culo non ha mai
toccato la tavolozza di un bagno pubblico, perchè davvero "non sai
quante malattie potresti prenderti qui".
Ma la debacle non è finita... sei esausta, quando ti metti in piedi non
senti più le gambe, ti rivesti velocemente e soprattutto tiri lo
sciacquone! Se non funziona preferiresti non uscire più da quel bagno, che
vergogna! Finalmente vai al lavandino. è tutto pieno di acqua e non puoi
appoggiare la borsa, te la appendi alla spalla, non capisci come
funziona il rubinetto con i sensori automatici e tocchi tutto finchè riesci
finalmente a lavarti le mani in una posizione da gobbo di Notredame per
non far cadere la borsa nel lavandino; l'asciugamani è così scarso che
finisci per asciugarti le mani nei pantaloni, perchè non vuoi sprecare< PRE>
un altro kleenex per questo!
Esci passando accanto a tutte le altre donne che ancora aspettano con
le gambe incrociate e in quei momenti non riesci a sorridere
spontaneamente, cosciente del fatto che hai passato un'eternità là dentro. Sei
fortunata se non esci con un pezzo di carta igienica attaccato alla scarpa
o peggio ancora con la cerniera abbassata! A me è capitato una volta,
e non sono l'unica a quanto ne so!
Esci e vedi il tuo uomo che è già uscito dal bagno da un pezzo e gli è
rimasto perfino il tempo di leggere Guerra e Pace mentre ti aspettava.
"Perchè ci hai messo tanto?" ti chiede irritato.
"C'era molta coda" ti limiti a rispondere. E questo è il motivo per cui
noi donne andiamo in bagno in gruppo, per solidarietà, perchè una ti
tiene la borsa e il cappotto, l'altra ti tiene la porta e l'altra ti
passa il kleenex da sotto la porta; così è molto più semplice e veloce
perchè tu devi concentrarti solo nel mantenere 'la posizione'. E la
dignità.
Questo è dedicato alle donne di tutto il mondo che hanno usato un bagno
pubblico e a voi uomini, perchè capiate come mai ci stiamo tanto."

venerdì 1 giugno 2012

Cous cous con asparagi e gamberetti



( Origine foto )


Quando ho preparato questa ricetta, con mia grande gioia e soddisfazione mio padre, che non mangia molto e non gradisce tutto nelle sue attuali condizioni, mi ha chiesto un secondo piatto. E' piaciuto moltissimo a tutti.
Spero che possa assaggiare e gradire questa mia ricetta anche colui o colei che si trovi a passare per caso in questo mio rifugio....


INGREDIENTI



300 g di punte di asparagi surgelate, 250 g di gamberetti sgusciati surgelati, 1/2 bicchiere di vino bianco, aglio, cipolla, prezzemolo, timo fresco, qualche pomodorino, un cucchiaio di maizena, cous cous.



PROCEDIMENTO



Versare in poca acqua bollente e salata le punte di asparagi ancora surgelate e lasciare cuocere per 7 - 8 minuti.

Soffriggere in qualche cucchiaio di olio extravergine d'oliva l'aglio tagliato in due e la cipolla tritata.

Aggiungere i gamberetti scongelati, versare il vino e lasciar evaporare, unire, quindi, i pomodorini e gli asparagi tagliati a pezzetti.

Lasciare cuocere per qualche minuto ed unire un cucchiaio di maizena per far addensare il sugo.

A cottura ultimata unire il sale e le erbe aromatiche.

Intanto prepariamo il cous cous, io uso quello di una nota marca di pasta, che si prepara mettendo a bollire 80 ml di acqua per ogni persona con del sale.

Appena bolle spegnere ed aggiungere un cucchiaino di evo e 70 g di cou cous per ogni persona.

Lasciare riposare il tutto 5 minuti e poi condire con il sugo.



A me piace sperimentare ed inventare in cucina ed ho usato questo sugo anche per preparare della pasta fresca farcita, dopo aver tritato il tutto ed unito a della ricotta.
L'ho usato anche per preparare una quiche, questa volta senza tritare ed unendolo ad uova, ricotta, parmigiano ed un po' di noce moscata.