giovedì 6 gennaio 2011

La Befana ♦ Giovanni Pascoli


Viene viene la Befana,

vien dai monti a notte fonda.

Come è stanca! la circonda

neve, gelo e tramontana.

Viene viene la Befana.

Ha le mani al petto in croce,

e la neve è il suo mantello,

ed il gelo il suo pannello,

ed è il vento la sua voce.

Ha le mani al petto in croce.

E si accosta piano piano

alla villa, al casolare,

a guardare, ad ascoltare,

or più presso or più lontano.

Piano piano, piano piano.

Che c'è dentro questa villa?

Uno stropiccìo leggero.

Tutto è cheto, tutto è nero.

Un lumino passa e brilla.

Che c'è dentro questa villa?

Guarda e guarda… tre lettini

con tre bimbi a nanna, buoni.

Guarda e guarda… ai capitoni

c'è tre calze lunghe e fini.

Oh! tre calze e tre lettini…

Il lumino brilla e scende,

e ne scricchiolan le scale:

il lumino brilla e sale,

e ne palpitan le tende.

Chi mai sale? Chi mai scende?

Coi suoi doni mamma è scesa,

sale con il suo sorriso.

Il lumino le arde in viso

come lampada di chiesa.

Coi suoi doni mamma è scesa.

La Befana alla finestra

sente e vede, e si allontana.

Passa con la tramontana,

passa per la via maestra:

trema ogni uscio, ogni finestra.

E che c'è nel casolare?

Un sospiro lungo e fioco.

Qualche lucciola di fuoco

brilla ancor nel focolare.

Ma che c'è nel casolare?

Guarda e guarda… tre strapunti

con tre bimbi a nanna, buoni.

Tra le cenere e i carboni

c'è tre zoccoli consunti.

Oh! tre scarpe e tre strapunti…

E la mamma veglia e fila

sospirando e singhiozzando,

e rimira a quando a quando

oh! quei tre zoccoli in fila…

Veglia e piange, piange e fila.

La Befana vede e sente;

fugge al monte, ch'è l'aurora.

Quella mamma piange ancora

su quei bimbi senza niente.

La Befana vede e sente.

La Befana sta sul monte.

Ciò che vede è ciò che vide:

c’è chi piange e c’è chi ride:

essa ha nuvoli alla fronte,

mentre sta sul bianco monte.

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