lunedì 28 dicembre 2009

Un volo virtuale nella natura, accompagnati dalla musica di Enya

Guardate questo video a pieno schermo.....un momento di relax assicurato!



Monito

Il silenzio e la calma proteggono dalle ingiurie e dalle provocazioni.

Le azioni positive e la stima conquistata con esse saranno il tuo sostegno.

Abbi fiducia e non vacillare o farai il gioco di chi vuole metterti in cattiva luce.

sabato 28 novembre 2009

'O Babà



Tutti sanno che questo è uno dei dolci tipici napoletani, ma non tutti sanno quali siano le sue origini.
Esso deriva da un dolce tipico della Lorena, il “kugelhupf”, fatto con farina, burro, zucchero, uova ed uva sultanina, a cui veniva aggiunto lievito di birra e poi lavorato fino ad ottenere una pasta soffice e spugnosa.

Si ritiene che l' idea di inzupparlo nel rhum, sia venuta a Stanislao Leszczyński, re polacco nel XVIII secolo, poi detronizzato dallo zar di Russia, Pietro " Il Grande".
In seguito a queste vicende, a Stanislao, che era suocero del re Luigi XV di Francia, fu affidato il ducato di Lorena.
Si dice che fosse molto goloso ed anche un buon cuoco.

Spesso gli veniva servito questo dolce, che non gradiva particolarmente, perchè troppo secco ed appiccicoso al palato....senza "personalità".
Inzuppato nel rhum, invece, si trasforma, assume una calda tonalità ambrata ed un profumo inebriante, diventa un bocconcino appetitoso...una vera gioia per il palato!
La leggenda vuole che la scoperta sia avvenuta per caso.

Annoiato dal solito dolce, che gli presentavano in continuazione, si dice che un giorno abbia preso il piatto e scaraventatolo via, sia andato a finire sulle bottiglie dei suoi liquori, colpendo e frantumando quella del rhum, che andò così a bagnare il dolce.
Successivamente la nuova variante del dolce arrivò a Parigi e da lì chef francesi, che prestavano servizio presso nobili famiglie napoletane, lo esportarono a Napoli, dove assunse la forma caratteristica a fungo.

Per quanto riguarda il nome, baba, in polacco, significa sia dolce lievitato di forma tonda, sia donna vecchia.
Altri dicono che lo abbia chiamato così, perchè appassionato del libro “ Le Mille e Una Notte”.

Preparare un buon babà non è semplicissimo, ma neanche impossibile, con un po' di pratica riusciremo anche noi a fare un babà come si deve!
Il babà tradizionale ha la forma a fungo e può avere varie dimensioni, che vanno da giganti 15 cm a mignon 5 cm.




(Origine foto: http://www.erimata.it/articolo.php?id_articolo=5105)



La torta babà ha invece una forma, che potrebbe ricordare una corona rovesciata. Ha un buco al centro e per ottenerla ci sono appositi stampi.






(Origine foto: (http://www.cookaround.com/yabbse1/blog.php?b=738)


I babà alla crema sono paste di forma tonda, farcite di crema pasticcera ed amarene.


(Origine foto: http://www.scaturchio.it/la-pasticceria/i-classici/il-baba/)


Ed ecco la ricetta...

Ingredienti:
300 grammi di farina ( alcuni usano quella manitoba), 20 grammi di lievito di birra,
6 uova, 250 grammi di burro, 300 grammi di zucchero, un pizzico di sale, alcuni mettono anche 50 grammi di panna liquida.

Per la bagna:
300 grammi di acqua, 300 grammi di zucchero, 1 bicchiere da vino di rhum, alcuni mettono anche buccia di limone.

Procedimento:

Preparate il panetto lievitante, sciogliendo il lievito con un po' di latte tiepido o acqua ed unendogli poi un po' di farina setacciata, un pizzico di sale ed un cucchiaino di zucchero.
Quando questa pasta avrà raddoppiato il suo volume, dopo circa mezz'ora, incorporatevi il resto degli ingredienti, lavorando energicamente ed a lungo, fino ad ottenere un composto molto elastico e che si stacca dalle pareti.
Ci si può aiutare per la lavorazione con uno sbattitore elettrico o meglio ancora con un'impastatrice. Una buona lavorazione è essenziale.
Versate poi la pasta così ottenuta in uno stampo da babà imburrato ed infarinato, della forma scelta a seconda del tipo di babà, che vogliamo preparare.
Attendete che il babà lieviti una seconda volta, due ore circa, ed infornatelo poi in forno già caldo, che cercherete di non aprire all'inizio, perchè il dolce non prenda aria.
Il calore dovrà essere all'inizio più dolce, per permettergli di gonfiarsi e poi un po' più deciso per farlo cuocere completamente.
Sarà cotto, quando, infilando uno stecchino, lo ritrarrete asciutto, ci vorranno circa 20 minuti.
Mentre il babà cuoce, preparate lo sciroppo, facendo sciogliere lo zucchero nell'acqua sul fuoco e facendolo cuocere finchè, prendendone una goccia fra l'indice ed il pollice, non cominci a filare.
Quando lo sciroppo sarà quasi freddo, buttatevi dentro il rhum.
Bagnate il babà, dopo che intiepidito lo avrete sformato, ripetendo più volte l'operazione.
Se si tratta di babà a fungo, potrete anche immergerglieli dentro e poi strizzare tra due dita, delicatamente il liquido in eccesso, bagnandoli ancora una volta al momento di servirli.



(Origine foto: http://www.cookaround.com/cpg134/albums/userpics/10852/normal_ricette_045.jpg)




Un caloroso saluto a quelli, che si troveranno a passare di qui! :-)

Rosa

lunedì 9 novembre 2009

LA REGGIA DEL SILENZIO



Così è soprannominata la grandiosa Certosa di Padula o di S.Lorenzo, che si trova ai piedi della collina, su cui sorge Padula, in provincia di Salerno, nel Vallo di Diano, e si estende su una superficie di 52000 mq.
E', quindi, uno dei monasteri più grandi al mondo e tra quelli di maggior interesse in Europa dal punto di vista dell'architettura e dei tesori artistici.
Fondata nel 1306 dal conte Tommaso Sanseverino, dove prima c'era un monastero di Benedettini, la Grancia di San Lorenzo dell'Abbazia di Montevergine, è stata proclamata dall' UNESCO, nel 1998, patrimonio dell'umanità e, nel 2002, inserita dalla Regione Campania nel novero dei Grandi Attrattori Culturali.




E' detta certosa, perchè appartenente all'ordine dei Certosini, fondato nel 1084 da S.Brunone a Chartreuse, ordine consacrato interamente alla solitudine, che viveva perciò, lontano da ogni rumore mondano, venendo avvolto per questo motivo, presso la gente, da un'aura di mistero.
Da qui il soprannome di "Reggia del silenzio" e vi posso assicurare che, davvero, quando si rimane da soli nei suoi cortili, nelle sue stanze, si è avvolti da un silenzio assoluto, quasi irreale, cosa molto rara da trovare oggi.



La certosa era strutturata secondo la maniera tipica delle certose, che rispecchiava le usanze dei monaci.
L'organizzazione degli spazi seguiva la distinzione tra una parte alta, dove alloggiavano i padri certosini, conducendovi una vita religiosa ed ascetica, ed una parte bassa, cioè gli ambienti , destinati all'esercizio delle attività mondane.
I monaci si dedicavano ad attività agricole ed artigianali per la sussistenza del monastero.



Una grande cinta muraria circonda la costruzione. Intorno alla corte esterna c'era la spezieria, l'abitazione dello speziale, e la foresteria.
Tra le mura anche il Parco della Certosa di Padula, un tempo "Giardino della clausura".
Anche la chiesa era divisa tra una parte alta, riservata ai padri, e una parte bassa, per i conversi.
Per quanto riguarda la chiesa, di notevole interesse sono l'altare maggiore e il portone di legno di cedro.






La certosa possiede il chiostro più grande del mondo, che si estende, su due livelli, su una superficie di circa 12.000 m² e presenta 84 colonne.



I due livelli del chiostro sono uniti da uno scalone ellittico a doppia rampa, in stile vanvitelliano, con otto grandi finestroni.



Una scala elicoidale in pietra, invece, si apre a ventaglio e porta all'antisala della grandiosa biblioteca, con il pavimento ricoperto da mattonelle in ceramica di Vietri sul Mare.



Per farsi un'ulteriore idea della sua estensione, basta considerare, che essa possiede ben 13 cortili e 320 stanze.



Nel corso dei secoli ha naturalmente subito numerosi rimaneggiamenti, ma lo stile predominante è il Barocco. Ha altresì subito numerose spoliazioni, che hanno ridotto il suo ingente patrimonio artistico e culturale.



Una curiosità: qui fu girato il film " C'era una volta" di Franco Rosi del 1967, con Sophia Loren ed Omar Sharif, in cui si fa riferimento anche ad un episodio storico realmente accaduto nella Certosa, quello della frittata delle 1000 uova del 1535, fatta in onore di Carlo V, che sostò lì, di ritorno dalla battaglia di Tunisi.


Buona gita....un sorriso

Rosa

martedì 3 novembre 2009

Requisiti per donare il sangue


Donare il sangue è un gesto altamente generoso e che in fondo, se si è in buona salute, non costa niente, anzi può essere l'occasione per fare un bel controllo gratuitamente.
Un gesto da fare non solo in situazioni di emergenza, ma che dovrebbe diventare una cosa normale ed abituale, sapendo che ci sono persone che grazie ad esso, sono vive.

Quando si va in un centro trasfusionale, si ritrovano vicini donatori e persone, che hanno bisogno di trasfusioni per varie patologie e quando tu donatore incroci lo sguardo di queste persone, lo vedi colmo di dolcezza e di riconoscenza.
Questo ti fa sentire ancora più felice di essere là in quel momento.

Come prima cosa ti fanno compilare un questionario con i propri dati e per informarsi, se si sono avuti comportamenti a rischio o si hanno patologie non compatibili con la donazione.

Poi un operatore sanitario farà una piccola punturina su un dito, prendendo un pò di sangue su cui determinare emoglobina e transaminasi.
Intanto si procede alla misurazione della pressione ed alla verifica del peso, in base al quale sarà determinata la quantità di sangue da prelevare(max 6 ml/Kg per gli uomini, max 5 ml/Kg per le donne).
Se tutti i parametri sono buoni si procede al prelievo.

Insieme alle sacche per la donazione, saranno prelevate anche delle provette per la determinazione del gruppo sanguigno e per gli altri esami di laboratorio, che servono a vedere, se ci sono malattie infettive, ma anche un controllo completo, non solo per verificare che il sangue sia idoneo, ma anche come premio per colui, che dona.

Il donatore deve avere un'età che va dai 18 ai 65 anni, un peso di almeno 50 Kg, una frequenza cardiaca compresa fra i 50 ed i 90 battiti al minuto, con una pressione arteriosa sistolica maggiore di 110 e minore di 200 mm di mercurio e diastolica inferiore a 100 mm di mercurio, una temperatura corporea normale.

Inoltre bisogna che, se donna, abbia un'emoglobina di almeno 12.5 g/dl ed un ematocrito al 38% e, se uomo, 13.5 g/dl di emoglobina e 40% di ematocrito. Gli uomini possono donare il sangue massimo 4 volte all'anno, le donne 2 e tra una donazione e l'altra deve passare minimo un intervallo di tre mesi.

Sono esclusi dalla donazione le donne in gravidanza, gli ipertesi, i diabetici, gli epilettici, gli ulcerosi.
Inoltre sono esclusi, ovviamente, coloro che sono affetti da Epatite, Sindrome di immunodeficienza acquisita (AIDS) e, solo per un periodo limitato, coloro che hanno avuto vaccinazioni, tatuaggi o foratura di parti del corpo, trapianto d’organi, trasfusioni, rapporti sessuali a rischio di trasmissione, indagini endoscopiche, cure odontoiatriche, coloro che hanno assunto farmaci, che potrebbero causare reazioni allergiche nel trasfuso.

Per concludere dopo la donazione si regalano anche dei gettoni per rifornirsi alle macchinette di succhi di frutta e snack per rifocillarsi.

Per chi ha un pochino di paura, si faccia coraggio, pensando a coloro, che hanno bisogno del nostro aiuto in questo momento.
Il nostro piccolo sacrificio non è nulla, al confronto.

Un sorriso

Rosa

lunedì 26 ottobre 2009

ENCHANTED SECRET GARDEN

Questa che voglio mostrarvi stasera è una splendida creazione di un mio amico musicista, conosciuto su Myspace e Facebook, Giorgio Crespi(KRIGIO' PROJECT MUSIC STUDIO).
Sua è la musica e suo il montaggio del video, che dice essergli stati ispirati da una mia pagina omonima di Myspace e da alcune immagini da me postate su Facebook.
Mi fa un immenso piacere, aver contribuito indirettamente ad ispirare la sua vena artistica.
Gli auguriamo sinceramente sempre maggior ispirazione e successo! :-)


martedì 20 ottobre 2009

Ravello, la "Patria dello Spirito"



Ravello è un'incantevole località in provincia di Salerno sulla Costiera Amalfitana.
Antica città medioevale, si trova su di un piccolo altipiano a 315 metri sul livello del mare.
Da essa è possibile godere di una veduta panoramica, che lascia senza fiato.
Artisti ed intellettuali sono stati da sempre attratti dal suo fascino, tanto da eleggerla " Patria dello Spirito".
Non senza motivo, l' UNESCO dal 1996 ha proclamato Ravello e tutta la Costiera Amalfitana, patrimonio dell'umanità.




Sono da visitare il Duomo, dedicato alla Madonna Assunta, con il suo museo; Villa Episcopio antica sede vescovile, proprietà del Duca di Sangro, che per un periodo è stata alloggio di Vittorio Emanuele III, nella primavera del 1944, quando il Regno d'Italia era insediato a Salerno; il Museo "Camo" del corallo, una tabaccheria del XVIII secolo, rivestita di cammei; le sue bellissime chiese, in particolare la Chiesa di S. Maria a Gradillo; il Santuario dei Santi Cosma e Damiano; ma soprattutto le stupende Villa Cimbrone e Villa Rufolo.





Villa Rufolo è un complesso, costituito da strutture appartenenti ad epoche storiche differenti, edificate in un periodo che va dall' XI al XIII secolo.
Presenta su ogni lato un muro di cinta e verso i monti è presidiata da due torri.




C'è poi il chiostro decorato, che sembra un ricamo e il geometrico e piacevolissimo giardino, che ispirò Wagner per un'ambientazione del II atto del suo "Parsifal".
Contiene, inoltre, un antiquarium archeologico.




Villa Cimbrone fu acquistata agli inizi del secolo scorso da un lord inglese, Lord Grimthorpe, che affidò il compito ad un artista ravellese, Nicola Mansi, di trasformarla nel "posto più bello del mondo".
Il Mansi seppe coniugare tendenze mediterranee e gusti anglosassoni, arricchì il già bellissimo giardino, ricco di particolari essenze vegetali, con statue, tempietti, padiglioni.




Il Viale dell' Immenso ci conduce, dulcis in fundo, al meraviglioso e decantato Belvedere, sembra quasi di essere sospesi sul mare.
Come mi piaceva dal belvedere di Villa Cimbrone, perdermi con lo sguardo e la mente in quel meraviglioso mare e paesaggio!
Immaginavo di essere un uccello, sospeso in quel cielo.




A questo punto non posso altro che augurarvi, di passare al più presto una piacevole gita a Ravello.

Un sorriso

Rosa

giovedì 15 ottobre 2009

L' arte surreale di Jim Warren



Anche se non avete mai sentito il suo nome di sicuro conoscerete qualcuna delle sue opere.
Jim Warren è un pittore surrealista americano sessantenne, che crea le sue fantastiche opere da più di quarant'anni ed è diventato una leggenda vivente nel suo campo.
Predilige nelle sue opere temi ispirati alla natura.
Ma adesso ecco a voi tre video che vi mostreranno i suoi lavori così particolari.




























Questo è il suo sito ufficiale, se vi interessa saperne di più:


http://www.jimwarren.com/site/index.php



Buona visione....un sorriso

venerdì 9 ottobre 2009

IL PESO IDEALE



Riuscire a mantenere un peso accettabile, è molto importante per la nostra salute, perchè un peso eccessivo ci predispone maggiormente a patologie, come malattie cardiovascolari, diabete, alcun forme tumorali. Altro aspetto per niente trascurabile, ci fa sentire meglio anche a livello psicologico.

Per conservarlo occorre una dieta bilanciata, adatta per ognuno di noi, che non vuol dire privazioni, ma soltanto mettere un po' di ordine nell'alimentazione, evitando gli eccessi ed educandosi a mangiare in un maniera più regolare.
Ma la dieta deve essere accompagnata da una costante attività fisica ed anche questa può essere adattata ai gusti ed alle necessità di ognuno. Ne gioverà non solo il peso forma, ma anche la funzionalità generale del nostro corpo.

Per calcolare il peso ideale sono presenti varie formule, ma non tutte tengono in considerazione la diversità costituzionale di ognuno.
Magari un peso che per uno nella realtà può risultare leggero sovrappeso, è normale per un altro.

Ecco le formule più conosciute:

Formula di Lorenz
Peso ideale Uomini = altezza in cm – 100 - (altezza in cm – 150)/4
Peso ideale Donne = altezza in cm – 100 - (altezza in cm – 150)/2


Formula di Broca
Peso ideale Maschi = altezza in cm – 100
Peso ideale Femmine = altezza in cm – 104

Formula di Bernhardt
altezza corporea in cm x circonferenza torace in cm / 240 cm2/kg

Formula di Wan der Vael
Peso ideale Uomini = (altezza in cm - 150) x 0,75 + 50
Peso ideale Donne = (altezza in cm - 150) x 0,6 + 50

Formula di Berthean
Peso ideale = 0,8 x (altezza in cm – 100) + età/2

Formula di Perrault:
Peso ideale = Altezza in cm – 100 + età/10 x 0,9

Formula di Keys
Peso ideale Uomini = (altezza in m)² x 22,1
Peso ideale Donne = (altezza in m)² x 20,6

Formula di Travia
Peso ideale = (1,012 x altezza in cm) – 107,5

Ma quello che, secondo il mio parere (e non solo il mio), è più adatto per controllare il nostro peso "ideale", è l'indice di Quetelet o Body mass index (BMI) o Indice di massa corporea (IMC), perchè ci da un range di riferimento un po' più ampio, in cui magari possono rientrare, quelle piccole differenze tra una persona e l'altra, di cui parlavo prima.

Questa è la formula dell'Indice di Massa Corporea: massa in kg/altezza² in metri.

Di seguito ci sono i valori di riferimento:

Questi sono quelli pubblicati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità

Sottopeso: 18,5
Normale: da 18,5 a 24,9
Sovrappeso: da 25 a 29,9
Obeso: da 30 in su

E questi usati abitualmente dai medici italiani

Super obeso: >50,0
Patologicamente obeso: da 40,0 a 49,9
Gravemente obeso: da 35,0 a 39,9
Obeso: da 30,0 da 34,9
Sovrappeso: da 25 a 29,9
Regolare: da 18,5 a 24,9
Magrezza: da 16,0 a 18,4
Grave magrezza: <16,0

Comunque queste formule devono essere un' indicazione in linea di massima, ma poi ognuno si regolerà secondo le proprie caratteristiche fisiche.
Certo ci si accorge anche da soli( a meno che non si abbia qualche patologia, come l'anoressia o la bulimia), quando si ha un pò di grassi in sovrabbondanza o magari anche se non si rientra perfettamente nei pesi consigliati dalle formule, si ha una linea ed un aspetto fisico, che piace.


Bacioni a tutti!!! :-)

giovedì 24 settembre 2009

AURORA POLARE






Una delle cose più spettacolari, che capitano sulla nostra terra, è il fenomeno delle "aurore polari", chiamate "boreali" o "australi" a seconda dell'emisfero.
Avvengono contemporaneamente in entrambi gli emisferi e sono caratterizzate dalla comparsa di bande luminose di colore, che va dall' azzurro, al verde, al rosso, detti archi aurorali, ma possono assumere le forme ed i colori più vari e mutano rapidamente nel tempo e nello spazio.















Sono causate dal "vento solare", particelle cariche, soprattutto elettroni, ma anche protoni, provenienti dal sole, che vanno ad interagire con la "magnetosfera"( campo magnetico terrestre)e la distorcono, creando una bolla magnetica, che ha la forma simile ad una cometa.
La magnetosfera fa da scudo e le particelle le scivolano sul bordo esterno, andando a finire per la maggior parte oltre la Terra.
L'avviso, che il sole sta per produrre il vento solare, è dato dalla comparsa delle "macchie solari".













Nelle zone artiche, dove la protezione magnetica è minore, parte delle particelle possono attraversare il campo magnetico terrestre, entrando nella "ionosfera" e dando luogo al fenomeno delle aurore.
Qui le particelle ad alta energia interagiscono con gli atomi neutri dell'alta atmosfera terrestre, eccitandoli.
Dopo l'eccitazione ritornano allo stato iniziale, emettendo "fotoni".













Le aurore visibili ad occhio nudo sono quelle determinate da elettroni, quelle invece causate da protoni, sono visibili solo con particolari strumenti.
Per quanto riguarda le diverse colorazioni l'ossigeno atomico da il colore verde, quello molecolare il rosso e l'azoto il blu.
Al loro apparire si possono sentire anche dei suoni(suoni elettrofonici), di cui non si conosce ancora la causa precisa.

















domenica 20 settembre 2009

LE "GRAFFE"




Le "Graffe" sono la versione napoletana dei krapfen, quelle deliziose frittelle, che in Italia vengono chiamate anche "bombe" o "bomboloni" e si pensa siano state inventate da una fornaia-pasticciera austriaca Veronica Krapf, da cui deriverebbe il loro nome.
C'è anche un'altra interpretazione, che fa risalire l'origine del nome all'antico termine tedesco "krafo", che si traduce in "frittella".
Nella versione napoletana si usano per la pasta anche le patate bollite.
Possiamo averle sia in versione bomba con crema o marmellata(a Napoli si preferisce la confettura di amarene) che ciambella.
Questo è un dolce tipico del carnevale, ma si può trovare ogni giorno nei bar e nelle pasticcerie tra i dolci per la colazione.

Vi insegno qui una ricetta facile e veloce:

INGREDIENTI: 250 gr di farina di Manitoba, 250 gr di farina di grano tenero "00", 500 gr. di patate, 100 gr. di olio o burro o margarina, 2 uova, un dado di lievito di birra, un po' di latte tiepido, una buccia di limone grattugiata, 100 gr. di zucchero ed altro a parte ci servirà per cospargere le graffe.

PROCEDIMENTO

Mettete la farina e lo zucchero a fontana e scioglietevi nel centro il lievito con un po' di latte tiepido. Rompetevi quindi le uova ed amalagamate il tutto con le patate, che avrete lessate con la buccia e poi pelate e passate. Lavorate bene la pasta, finchè non diventi liscia, omogenea ed elastica (almeno 10 minuti). Formate poi tante ciambelle (lo spessore del cordoncino deve essere come quello di un dito), che metterete a lievitare tra due teli infarinati. Dopo un'ora e mezza circa friggetele in olio abbondante a fuoco piuttosto basso. L'ideale è friggerle in friggitrice, io metto la temperatura a 150°C e faccio cuocere 2 minuti per lato. Infine cospargetele di zucchero.
Per le "bombe" sovrapponete due dischi di pasta(potete tagliarli con un bicchiere)dopo aver messo al centro crema o marmellata o Nutella, avendo cura di sigillare bene i bordi.

Buon appetito, ma senza esagerare, mi raccomando! ;-D

Ciao

Rosa

mercoledì 9 settembre 2009

Street Painting


WOW....che meraviglia!
Ed ecco a voi il favoloso ed illusionistico mondo della 3D Street Painting, versione più moderna dei nostri Madonnari, artisti, che vagano di città in città in cerca di feste e sagre paesane e creano grandiosi disegni su strade, marciapiedi, selciati, con l'ausilio di gessetti. Disegnano immagini di tema essenzialmente religioso, con la speranza di oboli da parte dei passanti, colpiti dalle loro meravigliose, ma caduche opere.
Sopravvivono ancora, quindi, i nostri Madonnari tradizionali, ma accanto a questi ci sono gli artisti della 3d Street Painting, che creano spettacolari immagini in 3D di temi più svariati.




































Ciao, alla prossima! :-)

Rosa